Secondo notizie di difficile conferma, combattimenti sarebbero in corso nella regione dell’Amhara tra le forze dell’esercito federale dell’Etiopia e le milizie Fano, in particolar modo nell’area di Dessie. In conseguenza degli scontri le formazioni dei miliziani Fano si sarebbero ritirate nell’area del Gojjam, da dove intenderebbero riorganizzarsi militarmente per intraprendere una sorta di resistenza contro le truppe federali presenti dello stato regionale.
La scorsa settimana il comandante delle milizie Fano, Zemene Kassie, ha diramato alcuni messaggi attraverso i quali ha minacciato il governo federale della possibilità di un nuovo conflitto regionale nell’Amhara, in seguito all’ondata di arresti ordinata dal governo di Addis Abeba contro esponenti della milizia.
Oltre 4.000 persone – perlopiù esponenti delle milizie Fano – sarebbero state infatti arrestate nello stato regionale dell’Amhara nel corso dell’ultima settimana, nell’ambito di un’operazione coordinata dal governo finalizzata a contrastare le ambizioni politiche e territoriali delle milizzie.
Le unità dei Fano, dopo aver attivamente contribuito all’offensiva militare contro le formazioni tigrine, rivendicano oggi il pieno controllo del Tigrai occidentale, e criticano le posizioni politiche del primo ministro Abiy Ahmed verso il governo tigrino del TPLF, giudicandole conciliatorie e penalizzanti per gli interessi dello stato regionale dell’Amhara.
Condividono tali rimostranze anche numerosi esponenti delle forze speciali dello stato regionale dell’Amhara, che hanno espresso in modo sempre più vocale le proprie critiche verso il governo federale, come nel caso del loro comandante, il generale Tefera Mamo, arrestato dopo aver partecipato ad un dibattito televisivo in cui ha accusato il primo ministro Abiy Ahmed di aver intrapreso una strategia errata nella regione.
Il tentativo del primo ministro etiopico di attribuire nuovamente il pieno controllo militare della regione dell’Amhara alle forze federali, si è scontrato con l’intransigenza delle frange più radicali dell’apparato militare locale, e in particolar modo con quelle delle milizie etniche dei Fano e con le forze speciali regionali. Entrambe ritengono che il conflitto contro il Tigrai debba essere portato a termine con la piena sconfitta del locale partito di governo del TPLF, oltre a vantare richieste territoriali che includono ampie porzioni di territorio tigrino, da tempo rivendicate.
I tentativi del primo ministro Abiy Ahmed di individuare una formula conciliatoria con le formazioni locali più radicali sono palesemente falliti, determinando l’insorgere di una sempre più diffusa conflittualità che rischia oggi di aprire un nuovo e più pericoloso fronte di guerra.