Il Parlamento ha concesso la fiducia al Premier Barre, all’unanimità dei 220 membri presenti (25 giugno). È ora a Barre il compito di formare una nuova squadra di governo, entro un mese.

Secondo le prime dichiarazioni, si confermano le priorità sin qui delineate: dal contrasto alla siccità alla sicurezza, dallo sviluppo economico alla riconciliazione. Evitare una carestia ha certo in questa fase un carattere di particolare urgenza.

In osservazione a tal fine l’andamento del legame politico che egli avrà con il Presidente Mohamud. I rapporti reciproci sono buoni, persino sul piano personale. È questa una condizione eccezionale rispetto alle ultime esperienze di governo in Somalia: se ne attendono dei frutti positivi.

Affiorate le prime critiche dal Puntland – il cui Presidente Deni aspirava a porre un proprio uomo alla guida del Governo. Altre sono giunte invece dal Somaliland, in occasione delle celebrazioni del 26 giugno; sono qui in crescita gli attacchi a esponenti dell’opposizione, con atti intimidatori sinora privi di conseguenze per le persone.

Un altro fronte aperto restano le azioni del gruppo terrorista Al Shabaab. Non vi sono ancora strumenti chirurgici per mitigare questa minaccia. Raid aerei kenioti nel Ghedo in Oltregiuba vi hanno provocato almeno cinque vittime tra le comunità di pastori sospettate di albergare militanti. Forze speciali somale sono inoltre entrate in azione presso Chisimaio (23 giugno).

Difficile ottenere il vitale supporto della popolazione locale, in presenza di vittime civili talvolta minorenni. È per discutere di questi temi che si ipotizza un prossimo viaggio di Mohamud a Nairobi, oltre che per consentire il rilancio della cooperazione bilaterale.

Nel suo primo viaggio ufficiale Mohamud ha visitato Abu Dhabi negli EAU, per colloqui anche con il nuovo sovrano Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Gli incontri si sono effettivamente tenuti il 22-23 maggio, dopo alcune positività al COVID tra i membri della delegazione somala.

Suggellato il riavvicinamento in modo definitivo, è stato poi concordato di rilanciare la cooperazione nella sicurezza – con nuovi programmi di addestramento – oltre che nelle infrastrutture e nel commercio bilaterale. Discusse inoltre facilitazioni per l’ottenimento di visti di ingresso per imprenditori somali.

L’impegno emiratino dovrebbe raggiungere i 20 milioni di dollari in totale per la sola sicurezza alimentare e il contrasto alla potenziale carestia. È quanto le Monarchie del Golfo stanno già facendo ad esempio in Egitto e Giordania. È stato inoltre convenuto di riaprire l’ospedale Sheikh Zayed a Mogadiscio, chiuso nel 2018 e soppiantato da allora da strutture sanitarie turche.

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