Il presidente eritreo Isaias Afwerki ha presenziato la mattina del 20 giugno alla cerimonia solenne della Giornata dei Martiri, deponendo una corona di fiori nel cimitero dei Patrioti di Asmara.
La commemorazione, particolarmente sentita in Eritrea nel ricordo del lungo conflitto che portò all’indipendenza del paese dall’Etiopia, è stata accompagnata dalle polemiche connesse al rapporto presentato a Ginevra del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nel paese, Mohamed Abdesalam Babiker, nell’ambito del Consiglio sui Diritti Umani in corso dal 13 giugno all’8 luglio.
Nel rapporto presentato da Babiker è stato denunciato il continuo coinvolgimento dell’Eritrea nella crisi che interessa lo stato regionale etiopico del Tigrai, il contestuale incremento del processo di reclutamento dei giovani eritrei e il permanente stato di mobilitazione che renderebbe di fatto indeterminata la durata della leva di molti giovani.
Secondo le accuse formulate nello stesso rapporto, molti rifugiati eritrei rimpatriati forzosamente dal Tigrai sarebbero stati arrestati e poi arruolati contro la propria volontà, mentre nessuna informazione sarebbe stata fornita alle famiglie in merito alla sorte dei propri congiunti (https://www.vaticannews.va/en/world/news/2022-06/un-rapporteur-eritrea-tigray-war-human-rights.html).
Il documento di Mohamed Abdesalam Babiker segue di pochi giorni l’appello lanciato dalla direttrice di Human Rights Watch per il Corno d’Africa, Laetitia Bader, sulla condizione dei diritti umani in Eritrea, anch’esso fortemente critico sul sistema della coscrizione obbligatoria nel paese (https://www.hrw.org/news/2022/06/13/statement-human-rights-council-eritrea).
Il governo eritreo ha fermamente respinto le accuse formulate in ambito internazionale, accusando il TPLF eritreo di aver alimentato sino al 2018 una campagna diffamatoria nei confronti dell’Eritrea ed affermando come i diritti umani “siano integrati nel programma di costruzione della nazione eritrea” (https://shabait.com/2022/06/14/50-hrc-eritreas-statement-on-the-id-with-the-sr-on-eritrea/).
Secondo quanto affermato via Twitter dal ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Meskel, le accuse dello Human Right Watch sarebbero “indecenti e perverse”, e dimostrerebbero la mancanza di indipendenza di HRW.