Il 18 giugno un commando di uomini armati ha sferrato un attacco nello stato regionale dell’Oromia, nell’area del Wollega e più precisamente nel distretto di Gimbi, colpendo una comunità civile e provocando la morte, secondo i primi rapporti di difficile verifica, di circa 300 persone.
Le vittime dell’attacco sarebbero quasi esclusivamente di etnia Amhara, mentre secondo le prime indiscrezioni le violenze sarebbero state perpetrate da milizie oromo appartenenti all’OLA (Oromo Liberation Army) (https://www.theguardian.com/world/2022/jun/20/as-many-as-320-dead-in-ethiopia-gun-attack-witnesses-suggest), braccio armato e fuorilegge del Fronte di Liberazione dell’Oromia.
Il primo ministro etiopico Abiy Ahmed ha fermamente condannato l’attacco, definendo come “orribili” le violenze perpetrate, sebbene senza fornire indicazioni precise in merito alla dinamica dei fatti. Più esplicito il governo dello stato regionale dell’Oromia, che ha apertamente accusato l’OLA della responsabilità delle violenze.
Accuse che sono state respinte dal portavoce dell’OLA, Odaa Tarbii, secondo il quale il massacro sarebbe stato perpetuato dai soldati dell’esercito federale in fuga dall’area di Gimbi sotto la spinta di un’offensiva lanciata dalle milizie ribelli.
Per quanto la dinamica dei fatti risulti essere ancora poco chiara, le violenze si sarebbero verificate in occasione di un’offensiva lanciata dalle forze federali contro le milizie dell’OLA nell’area del Wollega, alleate delle forze tigrine, con l’obiettivo di allontanarle dalla regione.
Il timore di attacchi contro le comunità degli agricoltori Amhara residenti nella regione da oltre trent’anni era stato lanciato già nei mesi scorsi, quando, in conseguenza del conflitto nel Tigrai, si erano intensificate le violenze a sfondo etnico (https://www.aljazeera.com/news/2021/3/20/worsening-violence-western-ethiopia-forcing-civilians-to-flee).
Secondo la versione delle autorità federali, la responsabilità delle violenze sarebbe addebitabile alle milizie dell’OLA, che, nel perseguimento dei propri obiettivi scissionisti e nell’ambito della loro alleanza con i tigrini, cercherebbero di provocare l’emergere di una diffusa violenza interetnica al fine di destabilizzare la regione, colpendo le comunità Amhara residenti nell’area da alcuni decenni.
Di avviso contrario l’OLA, che rigetta le accuse e incolpa invece il governo federale di sostenere milizie Amhara, armate e decise ad imporre un dominio etnico a danno della locale popolazione oromo (https://addisstandard.com/news-analysis-conflicting-narratives-as-violence-hits-east-wollega-again-claiming-hundreds-of-civilian-lives/).