Archiviata la cerimonia di insediamento del Premier Barre (28 giugno) e l’anniversario dell’indipendenza (1° luglio). In questi momenti è stato riaffermato l’anelito alla stabilità e alla riconciliazione, leit-motiv della “nuova Somalia”. Non sono peraltro mancati spunti di polemica da parte dell’uscente Premier Roble, all’indirizzo dell’ex Presidente Farmajo.
Il focus è ora sulla capacità di Barre – ovvero del Presidente Mohamud che lo ha scelto tra gli Ogaden in parziale rottura dei riti dell’alternanza politica tra Hawiye e Darod – di tenere fede alle promesse di inclusività e riconciliazione e di buona gestione dell’emergenza siccità e della sicurezza.
Difficile che il tandem di vertice possa sanare d’incanto la distanza che alligna tra notabili e maggiorenti dei diversi clan e tra questi e la popolazione comune. Ciò rende incerta la trasmissione e l’esecuzione degli ordini dal centro alla periferia e il recepimento delle necessità di base nelle decisioni del governo.
Questo tratto sarà verosimilmente meno accentuato nel caso dell’Oltregiuba, da cui Barre proviene. È anzi già possibile osservarne un maggiore dinamismo, ad esempio con incontri politici convocati da quel Presidente Madobe. Questo tratto non mancherà di riverberarsi sul Governo nazionale, sebbene potrebbe questo essere elemento di potenziale maggiore instabilità, se indurrà altri all’ostruzionismo anziché a nuove forme di collaborazione politica.
La nomina dei membri del nascente governo Barre costituirà il primo test della forma che prenderanno queste dinamiche. Presidente e Premier non devono nemmeno d’altra parte scontentare gli altri clan, più piccoli e sinora più marginali, ma necessari per garantire stabilità complessiva al sistema.
La sfida politica è dunque appena iniziata e si svolgerà entro il mese di luglio, prima dell’annuncio del nuovo governo.