Nel corso della visita di Stato del presidente somalo Hassan Sheik Mohamud in Eritrea, dall’8 al 12 luglio, il governo dell’Eritrea ha ufficialmente confermato come un programma di addestramento di alcune migliaia di giovani soldati somali sia in corso, organizzando una cerimonia alla quale ha preso parte la delegazione in visita dalla Somalia (https://sudantribune.com/article261436/).
Il programma di addestramento, della durata di tre anni, era stato oggetto di una controversa disputa tra i due paesi, emersa in tempi recenti in seguito alle insistenti domande da parte dei familiari dei militari circa la loro sorte e le prospettive di un rientro in Somalia. L’ex presidente somalo Farmajo è stato accusato da diversi giornalisti e politici somali di aver concordato segretamente con l’Eritrea il programma di addestramento, di fatto tacendo sull’impiego di una parte di queste unità militari anche nell’ambito del conflitto in Tigrai.
La visita del presidente Mohamud in Eritrea ha avuto tra i principali obiettivi quello di diminuire la tensione tra i due paesi, cercando di favorire una soluzione alla questione delle unità militari in addestramento in loco in modo diplomatico e discreto. A tal fine, i filmati diramati dalla televisione eritrea in occasione della visita al campo di addestramento hanno intenzionalmente mostrato la soddisfazione delle unità somale, e il loro comandante ha ringraziato l’Eritrea per l’addestramento ricevuto.
Al rientro dalla missione in Eritrea, il presidente Mohamud ha rassicurato le famiglie dei giovani militari in merito alla questione del loro rientro in Somalia, sebbene senza fornire alcuna indicazione precisa in merito ai tempi e alle modalità. L’annuncio è stato dato in occasione dell’incontro tra il presidente e i familiari dei militari, tenutosi il 13 luglio nella residenza di Villa Somalia, a Mogadiscio (https://www.africarivista.it/somalia-il-presidente-assicura-il-rientro-delle-truppe-somale-dalleritrea/204650/).
Appare evidente come la questione dei soldati somali in Eritrea rappresenti ancor oggi una questione controversa e di difficile gestione, sulla quale entrambi i governi, tuttavia, appaiono intenzionati a individuare una formula di mediazione atta ad impedire che il caso assuma dimensioni ed effetti di più ampia portata. Il governo somalo ha smentito ufficialmente nelle scorse settimane le notizie relative alla richiesta di un pagamento da parte del governo dell’Eritrea, sebbene la notizia continui a circolare sui media somali, così come quella relative al possibile impiego nell’ambito del conflitto in Tigrai. L’intenzione del governo di Mogadiscio e dell’Asmara appare visibilmente quella di comporre la questione nel modo più discreto possibile, rinforzando i legami politici ed economici bilaterali attraverso una soluzione che impedisca al problema dei militari di assumere una portata di più ampie dimensioni (https://www.africanews.com/2022/07/15/somalia-president-promises-return-of-soldiers-sent-for-training-in-eritrea/).
Nel corso della visita in Eritrea, il presidente Mohamud e il suo omologo Isaias Afwerki hanno anche firmato un Memorandum of Understanding in materia di cooperazione politica e militare, con una particolare enfasi per la promozione delle relazioni economiche, l’incremento del commercio bilaterale e lo sviluppo di progetti comuni nel settore dell’agricoltura, della pesca, della gestione delle risorse idriche, della salute e dell’educazione (https://www.garoweonline.com/en/news/somalia/somalia-eritrea-sign-mou-on-security-and-defense-cooperation).