Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana all’inizio del mese di luglio, il primo ministro e ministro degli esteri Yari Lapid, avrebbe approvato la chiusura dell’ambasciata israeliana in Eritrea, in conseguenza del perdurare del mancato accreditamento dell’ambasciatore a distanza di quasi due anni dalla nomina (https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/lapid-approves-shuttering-eritrean-embassy-after-ambassador-blocked-report/).
Il governo israeliano aveva nominato nel luglio del 2020 l’Ambasciatore Ishmael Khaldi come nuovo rappresentante diplomatico di Tel Aviv all’Asmara, quando già la sede era rimasta vacante per quasi due anni in conseguenza dell’avvicendamento prima e dell’emergenza pandemica poi, dopo la partenza del precedente ambasciatore nel settembre del 2018.
Nel luglio del 2020 venne invece decisa la nomina dell’Amb. Khaldi, ma da allora il governo eritreo ha sistematicamente rimandato l’accreditamento. Il personale della rappresentanza diplomatica israeliana in Eritrea era stato quindi progressivamente ridotto sino a determinare la sua completa chiusura nell’aprile del 2021.
Secondo quanto riferito dalla stampa israeliana, il governo eritreo non avrebbe mai indicato alcuna motivazione a giustificazione del ritardo nel processo di accreditamento, mentre in una intervista l’ex ambasciatore israeliano in Egitto Yitzhak Levanon ha ipotizzato che la natura del problema potrebbe risiedere nel recente riavvicinamento tra Israele e il Sudan, che avrebbe generato malumori all’Asmara (https://themedialine.org/mideast-mindset/on-eritreas-refusal-to-welcome-an-israeli-ambassador/).