Il 5 agosto il ministro degli esteri del Sudan, Ali Sadiq, ha annunciato nel corso di un’intervista con la stampa come il governo di Khartoum non intenda partecipare agli incontri di pace promossi dall’Eritrea per la stabilizzazione delle regioni orientali del paese (https://sudantribune.com/article262380/).
Le autorità sudanesi hanno anche ordinato ai vertici delle organizzazioni politiche e tribali delle regioni orientali di non recarsi in Eritrea su invito del presidente Isaias Afwerki. Il ministro ha anche aggiunto che una richiesta per l’organizzazione dei colloqui di pace è stata formalmente trasmessa alle autorità di Khartoum dalla locale ambasciata eritrea, chiedendo una lista di nominativi da invitare, ma che a questa richiesta il governo non abbia dato seguito, dovendo intendersi come respinta.
Il 4 agosto una consistente delegazione di esponenti politici e tribali del Sudan orientale è stata bloccata dalle autorità sudanesi al posto di frontiera di Laffa, mentre cercavano di raggiungere l’Eritrea per partecipare agli incontri promossi dal presidente Afwerki (https://eritreahub.org/sudan-halts-beja-delegates-heading-to-eritrean-peace-conference-blocks-isaiass-latest-attempt-to-intervene-in-neighbour). Dopo alcune ore, secondo quanto riportato da Radio Dabanga, alla delegazione è stato dato il permesso di avrcare il confine per breve tempo per incontrare la delegazione eritrea giunta per accoglierli, per poi rientrare in territorio sudanese.
Secondo quanto emerso nel corso degli ultimi giorni, il governo sudanese non avrebbe accettato la richiesta dell’Eritrea in quanto la stessa avrebbe escluso dalla partecipazione più gruppi tra quelli firmatari degli accordi di Juba, includendo al contrario alcune fazioni che non hanno aderito agli accordi, come ad esempio una fazione del Fronte Popolare per la Liberazione e la Giustizia, presieduto da al-Amin Daoud.
Tra gli invitati ai colloqui di pace, inoltre, sarebbe stato incluso anche Musa Mohamed Ahmed, ex consigliere presidenziale Omar al-Bashir, che firmò gli accordi di pace del 2006 nel Sudan orientale ma che sostenne diversi gruppi ostili alla firma degli accordi di Juba.
Nel corso di un’intervista riportata dal giornale Sudan Telegraph il 10 agosto (https://sudantelegraph.com/news/former-ambassador-afwerki-seeks-to-prove-his-influence-in-the-east-and-government-silence-is-weakness/), l’ex ambasciatore Al-Rashid Abu Shama ha accusato il governo sudanese di debolezza e ambiguità di fronte alla richiesta di Isaias Afwerki di organizzare i colloqui di pace nelle regioni orientali del paese, sostenendo come sia necessario non concedere al presidente eritreo alcuna capacità di interferire negli affari interni sudanesi.