Il 14 agosto milizie armate della regione dell’Afar, in Etiopia, sono intervenute nei i villaggi di Andhufo e Dallahelay, nell’area prossima al confine con lo stato regionale etiopico dei Somali.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale il bilancio dell’attacco avrebbe provocato la morte di venti civili tra i somali del clan Issa, mentre le ragioni dell’attacco sarebbero da individuarsi nelle numerose dispute di confine tra le comunità locali (https://allafrica.com/stories/202208140026.html).
Secondo le autorità dello stato regionale dei Somali, le milizie Afar che hanno perpetrato gli attacchi godono del sostegno delle proprie autorità politiche regionali, e sarebbero stati incitati a compiere queste azioni violente nelle aree di confine.
Di diverso avviso le autorità regionali Afar, secondo le quali entrambe le kebelè (le unità amministrative di minore ampiezza del sistema etiopico) si troverebbero non solo da sempre all’interno del proprio territorio regionale, ma anche lontane dalle aree di confine con lo stato regionale dei Somali.
Sanguinosi scontri si erano verificati nella medesima area anche nel mese di ottobre del 2020, quando le autorità dello stato regionale dell’Afar lamentarono la morte di 27 civili per mano di allevatori nomadi provenienti dal vicino stato regionale dei Somali, che da tempo sconfinano nella regione dell’Afar per la conduzione dei loro commerci e soprattutto, più a nord, per esercitare il controllo sulle acque del fiume Awash (https://addisstandard.com/news-at-least-27-killed-in-clashes-in-the-border-between-afar-somali-regions/).
La dinamica delle violenze del 14 agosto scorso è espressione di un fenomeno assai diffuso nell’intera regione del Corno d’Africa, dove aree amministrativamente parte di uno Stato o di una sua articolazione regionale, sono in realtà da tempo prevalentemente abitate o frequentate da gruppi nomadi o stanziali provenienti da aree limitrofe. Situazioni che, progressivamente, danno adito a dispute confinarie che non di rado sfociano in aperta violenza.
Non diversa la matrice del problema nel caso specifico dei villaggi di Andhufo e Dallahelay, che sono ubicati in profondità all’interno del territorio Afar, lungo il corso dell’autostrada A1, a circa 70/80 Km dal confine con lo stato regionale dei Somali, ma sono abitati prevalentemente da comunità etniche somale del sotto-clan Issa.
Queste comunità hanno da tempo manifestato il desiderio di essere integrate all’interno dello stato regionale dei Somali, mentre il governo dell’Afar non intende accettare alcuna rivendicazione territoriale da parte di quelli che considera coloni abusivamente installatisi sul proprio territorio.
Nel 2014 i due stati regionali definirono un accordo per riconoscere ad alcune kebelè dell’area (tre in modo particolare: Andhufo, Gadamaytu e Adaytu) uno status speciale per impedire che la permanenza delle comunità Issa potesse generare pretese territoriali e al tempo stesso per autorizzarne le attività impedendo le violenze. L’accordo venne tuttavia contestato dai capi delle comunità Issa e le violenze si sono ripetute nel corso del tempo, facendo registrare un numero crescente di vittime e sfollati (https://addisstandard.com/clarification-gadamaytu-undufo-and-adaytu-are-inside-afar-the-regional-state-says-in-a-letter/).
Nel marzo del 2019 le autorità dello stato regionale dei Somali annunciarono la propria volontà di recedere unilateralmente dall’accordo del 2014, determinando l’adozione di una maggiore rigidità da parte delle autorità dell’Afar nel controllo dell’area. Ne sono quindi conseguite nuove e più intense violenze con le comunità Issa, che rifiutano di assoggettarsi al controllo amministrativo degli Afar, con ricorrenti scontri.
Secondo quanto riferito dalle autorità dell’Afar, quindi, la dinamica degli scontri del 14 agosto sarebbe stata determinata dal tentativo delle milizie somale degli Issa, sostenute dalle forze paramilitari Liyu dello stato dei Somali (provenienti dalla regione dell’Ogaden), di assumere il controllo dei villaggi interessati, provocando l’intervento delle milizie Afar.
Secondo le autorità Afar, inoltre, è in corso un deliberato tentativo da parte delle comunità Issa – e dello stato regionale dei Somali – di far apparire l’intervento delle proprie milizie come uno sconfinamento nel territorio dei Somali, definendo l’area interessata dalle violenze come quella di Sitti, mentre al contrario i villaggi in cui sono intervenute le milizie Afar si trovano nell’area di Gabi.
Il presidente dello stato regionale dei Somali, Mustafa Mohamud Omer Agjar,, infine, ha invece annunciato la sostituzione del comandante e del vice-comandante della locale milizia paramilitare Liyu, nominando Abdi Ali Siyaad al vertice dell’unità. La decisione è stata presa dopo che sui social media sono circolate immagini e video di numerosi miliziani Liyu catturati dalle milizie Afar nelle strade dei villaggi di Andhufo e Dallahelay.