Un nuovo evento violento ha scosso Mogadiscio (19 agosto), dove terroristi di Al-Shabaab hanno fatto esplodere due autobombe guidate da kamikaze all’esterno dell’hotel Hayat, poi attaccato da un commando armato che ha aperto il fuoco contro gli uomini posti a guardia dell’edificio, per farvi irruzione e impossessarsene. Ne è seguito un assedio, terminato solo dopo circa 30 ore; 21 le vittime – con il proprietario dell’Hayat stesso, funzionari e leader tradizionali tra queste – e 117 i feriti nel bilancio ufficiale (https://somaliguardian.com/news/somalia-news/somalias-longest-hotel-siege-comes-to-end-21-confirmed-dead-minister/).
La rete terrorista Al Shabaab ha rivendicato l’assalto (https://en.radiodalsan.com/76613/2022/08/owner-of-popular-hotel-in-mogadishu-killed-dozen-injured-in-al-shabaab-attack-on-hotel/). Aver impiegato oltre una giornata per aver ragione del commando terrorista e liberare gli oltre cento ostaggi lì presenti rende l’evento di sicurezza il più lungo e complesso nella storia recente della Somalia e il primo di questo tipo dall’insediamento del Presidente Mohamud. L’evento è avvenuto in danno di un obiettivo sensibile, perché spesso scelto per incontri ufficiali. Ciò evidenzia la scala della minaccia portata dalla rete terrorista in un momento delicato per la vita istituzionale del Paese e dopo il riaffermarsi del supporto anche esterno per il contrasto al terrorismo.
L’evento impone dunque ora una verifica sulla disponibilità al dialogo con il terrorismo che si era iniziata a delineare con il nuovo Governo e sulla strategia di repressione della violenza che a ogni modo continuerà. Il Premier Barre non ha esitato ad assumersi la “responsabilità” per l’evento (https://www.garoweonline.com/en/news/somalia/somalia-pm-we-take-responsibility-for-al-shabaab-attack-on-hayat-hotel), riaffermando tuttavia gli appelli all’unità che questa amministrazione intende continuare a promuovere come cifra distintiva.
A tale proposito rileva la decisione di procedere con l’insediamento dell’ex Presidente Farmajo a parlamentare a vita (https://en.radiodalsan.com/76653/2022/08/former-president-farmaajo-sworn-in-as-permanent-mp/), nonostante qualche mugugno interno. Farmajo è stato pressoché assente dalla vita pubblica somala ed è poco probabile che torni a breve ad avere un ruolo attivo nella politica nazionale, ma l’auspicio è che la compresenza almeno formale di volti diversi suggelli l’unità di intenti a fronte delle sfide che attendono il Paese.