Secondo informazioni diramate dal World Food Program, il 24 agosto un commando armato si sarebbe introdotto nella sede dell’organizzazione umanitaria a Macallè, nel Tigrai, prelevando illegalmente 12 cisterne di carburante per un totale di 570.000 litri di combustibile (https://www.voanews.com/a/wfp-chief-alleges-tplf-stole-fuel-designated-for-humanitarian-use/6716378.html).
Le scorte di combustibile, arrivate solo pochi giorni prima, sono necessarie per le attività di distribuzione degli aiuti umanitari nella regione, e, secondo il WFP, il furto delle cisterne renderebbe impossibile la prosecuzione delle attività.
Il direttore esecutivo del WPF, David Beasley, ha denunciato l’accaduto accusando apertamente del fatto le autorità tigrine, sostenendo che il furto del carburante è avvenuto in concomitanza con la ripresa delle operazioni militari nel sud del Tigrai (https://news.un.org/en/story/2022/08/1125442).
Il rischio, secondo Beasley, è adesso quello di vedere seriamente compromesse le capacità del WFP nel programma di distribuzione degli aiuti umanitari a favore di 5,2 milioni di persone, definendo oltraggioso il comportamento delle autorità del TPLF.
Le autorità del TPLF hanno replicato alle accuse del WFP il 25 agosto, con un comunicato ufficiale che definisce prive di fondamento le parole di Beasley, sostenendo di aver concesso all’organizzazione umanitaria un credito per 600.000 litri di carburante per la gestione delle proprie attività, richiedendone la restituzione, come da accordi, per alimentare le infrastrutture essenziali della regione.
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