A meno di una settimana di distanza dall’annuncio del primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed per la definizione di una proposta di formalizzazione del cessate il fuoco con il TPLF tigrino, e per l’avvio di un dialogo di riconciliazione nazionale, nuovi scontri armati si sono verificati nel sud dello stato regionale del Tigrai, lungo i confini con l’adiacente stato regionale dell’Amhara e quello dell’Afar (https://www.reuters.com/world/africa/fighting-resumes-along-border-ethiopias-northern-tigray-region-resident-tigray-2022-08-24/).

Movimenti di truppe e sporadici scambi di colpi erano stati in realtà denunciati dal TPLF anche nei giorni precedenti l’annuncio del piano negoziale da parte del primo ministro etiopico, sebbene fermamente smentiti dal governo federale di Addis Abeba, che aveva anzi insistito sulla necessità di avviare un dialogo politico per favorire la soluzione della crisi.

Alle proposte del primo ministro aveva risposto il 23 agosto il presidente dello stato regionale del Tigrai, Debretsion Gebremichael, sostenendo come il piano di pace fosse stato concepito per fallire, e chiedendo al governo federale di ripristinare i servizi essenziali, garantire l’accesso degli aiuti umanitari, ordinare il ritiro delle unità eritree ancora presenti sul proprio territorio, così come la liberazione del Tigrai occidentale ancora sotto occupazione Amhara, e promuovere l’azione degli investigatori che indagano sui crimini di guerra. Un secco rifiuto della proposta negoziale, di fatto, ritenuta dal TPLF come strumentale per il perseguimento degli obiettivi di strangolamento economico e umanitario della regione.

Lo stesso 23 agosto il capo di Stato Maggiore delle forze federali etiopiche, Mag. Gen. Tesfaye Ayalew, ha comunicato l’abbattimento di un aereo proveniente dal Sudan con un carico di armi destinate alle milizie del TPLF. L’aereo, un Antonov 26, avrebbe violato lo spazio aereo etiopico nei pressi della città di Humera, venendo abbattuto da un Sukhoi Su-27 di Addis Abeba, e sarebbe stato descritto come “proprietà di uno storico nemico dell’Etiopia”, pur senza alcuna specifica indicazione di nazionalità (https://sudantribune.com/article263195/).

Il portavoce del TPLF, Gatachew Reda, ha replicato il giorno successivo alla notizia dell’abbattimento dell’aereo, definendola come una deliberata menzogna e un pretesto per sferrare l’attacco militare nel sud del Tigrai (https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-08-24/ethiopia-says-arms-laden-plane-from-sudan-shot-down-ebc-reports).

Violenti combattimenti sono stati segnalati a partire dal 24 agosto, con un reciproco scambio di accuse tra il governo federale e quello regionale di Macallè in merito alla responsabilità degli attacchi. Secondo le autorità di Addis Abeba il TPLF avrebbe violato il cessate il fuoco rifiutando categoricamente qualsiasi proposta negoziale da parte del governo federale, mentre il vertice politico regionale di Macallè addebita all’esercito federale e alle milizie Amhara di aver attaccato in profondità lungo la linea di confine, compiendo numerose sortite aeree anche contro la capitale del Tigrai (https://www.ft.com/content/b0c6d5f7-b3f3-43ec-bcd0-a10d2780a26f).

I primi combattimenti tra le forze federali dell’ENDF e quelle tigrine del TDF si sarebbero verificati il 24 agosto nei pressi del villaggio di Kobo, in prossimità dell’autostrada A2, e più ad est nella località di Zobel, lungo il confine con lo stato regionale dell’Amhara. Un ulteriore scontro a fuoco sarebbe stato segnalato più ad est, lungo i confini con lo stato regionale dell’Afar, presso la località di Bisober e Tekulesh. Le forze tigrine sarebbero riuscite a respingere gli attacchi e avanzare nei giorni successivi in direzione sud, conquistando il 27 agosto villaggio di Mendefera e quello di Rare, spingendosi poi ancora più a sud, conquistando la cittadina di Kobo dopo il ritiro delle forze federali. Secondo fonti tigrine di difficile conferma, le forze del TDF avrebbero anche conquistato il villaggio di Fokisa, in territorio Afar, ampliando in tal modo notevolmente la proiezione delle proprie forze ben oltre il confine meridionale dello stato regionale del Tigrai, nell’area delle montagne di Zobel.

Gli scontri sono aumentati di intensità nei giorni successivi, e il 28 agosto le autorità tigrine hanno riferito di un attacco aereo contro obiettivi nel centro della capitale, Macallè, dove sarebbe stata colpita un’area ricreativa scolastica provocando la morte di tre bambini e quattro adulti (https://www.theguardian.com/world/2022/aug/27/ethiopia-airstrike-hits-playground-in-tigray-killing-at-least-seven).

Le autorità federali hanno confermato l’attacco, sostenendo tuttavia di escludere qualsiasi perdita civile, diramando poco dopo un comunicato ufficiale con il quale hanno chiesto alla popolazione del Tigrai di non avvicinarsi alle infrastrutture militari del TPLF, che rappresentano l’obiettivo degli attacchi aerei.

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