Proseguono i combattimenti lungo i confini dello stato regionale del Tigrai, registrandosi un incremento dell’intensità delle attività militari tanto nel sud quanto nel nord della regione.
Le autorità regionali dello stato dell’Amhara hanno decretato il 28 agosto l’adozione del coprifuoco nella città di Woldiya, minacciata dalle forze militari del Tigrai, stabilendo il divieto di circolazione per le persone e i veicoli, ad eccezione di quelli autorizzati per la gestione delle attività militari, le emergenze e i lavori pubblici.
Il giorno successivo alcune fonti locali hanno annunciato la conquista di Woldiya e l’avvicinamento delle forze militari del Tigrai verso Lalibela, sebbene entrambe le informazioni non abbiano trovato riscontro e siano a tutt’oggi di difficile verifica.
Con un comunicato diramato il 31 agosto, il governo federale dell’Etiopia ha addebitato alle forze del TPLF del Tigrai la responsabilità della ripresa dei combattimenti nelle aree di Wag, del Wolkait e anche della conduzione di attacchi dal territorio sudanese. Secondo quanto riportato dal governo federale, le forze del TPLF avrebbero impiegato nei combattimenti numerosi bambini, sacrificandoli come forza d’urto delle ondate d’attacco contro le forze federali.
Il comunicato ammette la conquista della città di Kobo, nello stato regionale dall’Amhara, sebbene aggiungendo come la reazione delle forze federali abbia esteso l’ampiezza del fronte ben oltre le capacità di resistenza delle forze tigrine.
Il governo federale, inoltre, sottolinea come l’offerta per i colloqui di pace non venga meno nonostante la ripresa dei combattimenti, chiedendo alla comunità internazionale di compiere ogni possibile sforzo per esercitare pressioni sul TPLF al fine di permettere la cessazione delle ostilità.
Secondo alcuni organi di stampa internazionali, il 29 agosto il governo federale avrebbe lanciato una controffensiva contro le forze del TPLF con il contributo delle forze eritree, colpendo obiettivi lungo i confini occidentali del Tigrai e più a nord in prossimità del confine con l’Eritrea (https://www.aljazeera.com/news/2022/9/1/ethiopia-eritrea-forces-launch-fresh-offensive-in-tigray).
Secondo quanto comunicato dal portavoce del TPLF, Getachew Reda, le forze federali e quelle eritree avrebbero sferrato un attacco congiunto in prossimità di Adyabo il 1° settembre, nel nord-est del paese, mentre un intenso fuoco di artiglierie eritree avrebbe colpito la città di Shiraro, a breve distanza dal confine. Combattimenti tra le forze tigrine e quelle eritree si sarebbero invece verificati sempre il 1° settembre in prossimità della cittadina di Ademiti, poco a sud di Shiraro, con l’ingresso di unità dell’EDF eritreo all’interno dei confini del Tigrai.
Secondo quanto riferito dal governo federale, invece, alcune unità del TPLF avrebbero attaccato il 31 agosto le forze dell’ENDF e dello stato regionale dell’Amhara in prossimità della cittadina di May Cadera, a pochi chilometri dal confine con il Sudan, provenendo – sempre secondo quanto riferito dalle autorità di Addis Abeba – da basi poste oltre la linea di confine.
Due giorni dopo, il 2 settembre, nuovi scontri si sarebbero verificati in prossimità della città di Humera, al confine con l’Eritrea, ancora una volta sostenuti da unità tigrine che secondo le autorità federali hanno sferrato il loro attacco dal vicino Sudan.
Il 2 settembre il governo degli Stati Uniti ha annunciato che il rappresentante speciale per il Corno d’Africa, Mike Hammer, si recherà in Etiopia e nella regione dal 4 al 15 di settembre, nell’ambito di un tentativo in extremis di promuovere un cessate il fuoco e l’avvio di colloqui di pace (https://www.state.gov/special-envoy-for-the-horn-of-africa-mike-hammers-travel-to-ethiopia/).
La missione di Mike Hammer prevede incontri con i vertici dell’Unione Africana e con diversi attori della società civile in rappresentanza dei diversi stati regionali dell’Etiopia, mentre non sono stati forniti dettagli sulla prosecuzione delle tappe nella regione.
Alla vigilia della partenza dell’inviato speciale per il Corno d’Africa, l’addetto stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha commentato l’evoluzione del conflitto in Etiopia affermando che gli Stati Uniti condannano il nuovo coinvolgimento dell’Eritrea negli scontri, la continua offensiva del TPLF al di fuori dei propri confini regionali e l’attacco aereo che le forze federali avrebbero condotto attraverso l’impiego di droni armati nella notte del 1° settembre contro obiettivi situati nel centro della capitale del Tigrai, Macallè (https://www.france24.com/en/live-news/20220902-us-says-sending-envoy-to-ethiopia-condemns-eritrea-return-to-war-1). Tutte le parti, ha aggiunto Jean-Pierre, devono mostrare il proprio impegno per favorire una immediata de-escalation e consentire la ripresa della distribuzione degli aiuti umanitari.
L’ambasciatore etiopico negli Stati Uniti, Saleshi Bekele, si è invece incontrato il 1° settembre con alcuni funzionari del Dipartimento di Stato, tra i quali il vice-Segretario di Stato Wendy Sherman, chiedendo al governo degli Stati Uniti una espressa condanna del TPLF, che il governo di Addis Abeba accusa di aver violato la tregua.