Un grave episodio di violenza si è verificato il 2 settembre nello stato regionale dell’Oromia, nel distretto di Amuru, dove alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco contro la popolazione civile provocando la morte di almeno 42 persone (https://www.reuters.com/world/africa/gunmen-kill-least-42-people-ethiopias-oromiya-region-residents-2022-09-02/).
Secondo le testimonianze riportate da alcuni organi di stampa internazionale, i residenti dell’area avrebbero accusato le milizie Fano dell’Amhara della responsabilità delle uccisioni, mentre le vittime sarebbero esclusivamente della comunità oromo.
Gli assalitori sarebbero stati circa 150-200, pesantemente armati e vestiti con uniformi di foggia diversa tra loro, e, secondo i testimoni, avrebbero tutti parlato la lingua Amhara (https://www.aljazeera.com/news/2022/9/2/gunmen-kill-dozens-in-ethiopias-oromia-region-report).
Le violenze sembrerebbero doversi ricondurre al perdurante conflitto tra le formazioni dell’Oromo Liberation Army – e le loro alleate del Fronte di Liberazione di Gambella – contro quelle dello stato regionale dell’Amhara – e le loro alleate milizie Fano – nell’ambito delle spinte irredentiste delle formazioni ribelli dell’Oromia.
Lo scorso mese di giugno i ribelli dell’OLA e del GLF hanno sferrato un attacco contro la città di Gambella, poi respinto dalle forze locali e federali, e pochi giorni dopo le forze dell’OLA si sono rese responsabili della morte di circa 400 civili di etnia Amhara nel corso di uno dei più sanguinosi attacchi mai registrati nella regione. Un’escalation di violenza che rischia di ampliare il fronte di crisi interno all’Etiopia, innescando ulteriori focolai di conflittualità capaci di destabilizzare la sicurezza dello stato federale (https://www.voanews.com/a/what-s-behind-violence-in-ethiopia-s-other-conflict-/6729178.html).