Numerose testate riferibili alla stampa cattolica internazionale hanno dato notizia di reclutamenti forzati di giovani in Eritrea, citando la testimonianza del religioso eritreo padre Mussie Zerai. In particolar modo è stato citato l’episodio occorso lo scorso 4 settembre nella chiesa cattolica di San Salvatore, nella località di Acrur, a circa 50 Km a sud est della capitale Asmara, dove alle prime ore dell’alba alcuni militari si sarebbero presentati all’inizio della funzione religiosa intimando ai più giovani di seguirli al di fuori della chiesa (https://www.avvenire.it/mondo/pagine/messa-violata-eritrea).
Una volta raggruppati all’aperto i giovani sono stati caricati su alcuni mezzi militari e condotti presso le caserme dove sarebbero stati forzosamente costretti ad arruolarsi.
Gli episodi, secondo quanto riferito dalla stampa, si ripetono da ormai oltre due anni in diverse località dell’Eritrea e sarebbero motivati dall’urgente necessità di rinforzare i contingenti attualmente impegnati nel conflitto in Eritrea, dopo la ripresa dei combattimenti del 24 agosto scorso. Molti dei coscritti avrebbero età comprese tra i 15 e i 16 anni, e quindi inferiore a quella richiesta per lo svolgimento del servizio militare regolare (https://cruxnow.com/church-in-africa/2022/09/eritrean-government-rounds-up-teens-from-church-service).
Secondo quanto riferito invece su Twitter dal portavoce del TPLF, Gatachew Reda, le forze eritree proseguirebbero nell’offensiva lanciata contro il Tigrai alle fine del mese di agosto, e avrebbero raggiunto le località di Rama (circa 50 km a nord di Adua), Zalambessa (circa 60 km a nord di Adigrat) e più ad est Dallol. Un intenso fuoco di artiglieria avrebbe anche interessato la città di Adigrat, che sarebbe solo parzialmente sotto il controllo delle forze del TPLF (https://www.garoweonline.com/en/world/africa/tplf-eritrean-forces-storm-tigray-shell-towns).
L’operazione militare condotta dalle forze eritree si aggiunge, secondo al TPLF, alla contestuale offensiva lanciata dalle forze federali e da quelle dello stato regionale dell’Amhara.
Secca smentita in merito alla partecipazione dell’Eritrea ai combattimenti giunge invece dal ministro dell’informazione dell’Asmara, Yemane Gebremeskel, che rilancia invece accuse nei confronti del TPLF divulgando presunti documenti trapelati dalle forze tigrine, secondo i quali il TPLF ammetterebbe di aver lanciato un’offensiva contro il governo federale, progettando di attaccare anche l’Eritrea (https://www.theeastafrican.co.ke/tea/rest-of-africa/foreign-interference-returns-to-ethiopia-war-3944244).