L’inviato speciale della Cina per il Corno d’Africa, Xue Bing, ha condotto un nuovo viaggio nella regione a breve distanza da quello che lo aveva portato a partecipare al vertice per la pace di Addis Abeba lo scorso giugno. Il viaggio ha interessato questa volta l’Eritrea, Gibuti e il Sudan, con l’intenzione di promuovere quella che ha definito come “la via cinese per la pace”.
Il 16 settembre Xue Bing ha visitato l’Eritrea, dove ha incontrato il presidente Isaias Afwerki, ribadendo la disponibilità della Cina per contribuire alle iniziative di pace regionali, sostenendo partenariati sostenibili e insistendo sullo sviluppo economico come strategia per il perseguimento della stabilità (https://shabait.com/2022/09/17/president-isaias-met-and-held-talks-with-chinas-special-envoy-2/).
La stampa cinese ha dato particolare risalto al viaggio, sottolineando come l’Eritrea si collochi in un punto nevralgico del progetto di sviluppo cinese della propria Belt and Road Initiative, e, riferendosi alla regione del Corno d’Africa più in generale, come questa possa diventare potenzialmente un importante collettore di investimenti economici finalizzati allo sviluppo di infrastrutture (https://www.scmp.com/news/china/diplomacy/article/3193667/chinese-envoy-opposes-foreign-intervention-horn-africa-return).
Secondo quanto riportato dalla rivista Africa Intelligence, invece, la Francia avrebbe cercato di far inserire il conflitto in Etiopia nell’agenda del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sotto la proprio presidenza, ma tale richiesta sarebbe stata osteggiata dalla Cina e dalla Russia, che, con il sostegno altre nazioni africane sarebbero riuscite a non far inserire l’argomento nell’agenda di discussione (https://www.africaintelligence.com/eastern-africa-and-the-horn/2022/09/29/imbroglio-over-tigray-at-un-security-council,109828876-art).