L’Unione Africana ha invitato il 1° ottobre i vertici politici del governo federale dell’Etiopia e quelli regionali del Tigrai ad incontrarsi in Sud Africa nell’ambito di uno sforzo internazionale per promuovere la cessione delle ostilità e definire un piano di pace. Entrambe le parti avevano già manifestato in precedenza la propria disponibilità per partecipare a negoziati.
L’invito è stato formulato dall’inviato speciale dell’Unione Africana Olusegun Obasanjo, già presidente della Nigeria, insieme all’ex presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e all’ex vice-presidente del Sud Africa Phumzile Mlambo-Ngcuka (https://www.aljazeera.com/news/2022/10/5/ethiopia-ti).
Il governo federale dell’Etiopia ha accettato prontamente l’invito, e il segretario per la sicurezza nazionale di Addis Abeba, Redwan Hussein, lo ha definito come “in linea con la precedente posizione del governo” (https://addisstandard.com/news-ethiopia-says-it-accepts-peace-talks-invitation-by-au/?fbclid=IwAR3bE7qOxLVLicm_O1SxQk37Vyfdz_6q6ShH7gYZ_vYfj-wSFppegqwUqLI). Poco dopo è giunta la conferma dell’accettazione anche da parte del governo dello stato regionale del Tigrai, che ha tuttavia specificato le motivazioni della propria accettazione in un comunicato diramato lo stesso 5 ottobre a firma del presidente Debretsion Gebremichael (https://www.aljazeera.com/news/2022/10/5/ethiopian-government-tigray-rebels-accept-peace-talks-invitation).
Nel comunicato, il presidente del governo federale del Tigrai, unitamente all’accettazione dell’invito ha chiesto all’Unione Africana se lo stesso avrebbe anche comportato la richiesta di cessazione delle ostilità alle forze federali. Nel comunicato, inoltre, Debretsion Gebremichael ha chiesto all’Unione Africana chiarimenti nel merito dell’incontro in Sud Africa, e in particolar modo l’eventuale presenza di altri attori partecipanti, osservatori o semplici garanti.
I colloqui, che avrebbero dovuto tenersi nel fine settimana dell’8 e 9 ottobre, presieduti da Moussa Faki Mahmat dell’Unione Africana, sono stati tuttavia posticipati per ragioni logistiche e non è stata ancora comunicata una nuova data d’incontro (https://www.reuters.com/world/africa/ethiopia-peace-talks-delayed-logistical-reasons-diplomats-2022-10-07/).
Sebbene ufficialmente solo rimandati, è emerso chiaramente come il motivo della necessità di individuare una nuova data non sia connesso a mere ragioni logistiche connesse alla possibilità di portare le delegazioni in Sud Africa, quanto piuttosto ad un generale scarso coordinamento organizzativo e alla mancanza di preventivo coinvolgimento delle parti in sede di definizione dell’agenda (https://www.theguardian.com/world/2022/oct/08/postponement-of-tigray-peace-talks-latest-blow-in-ethiopias-hidden-war).
Continuano invece i combattimenti sul terreno del Tigrai, dove il 3 ottobre il governo del TPLF ha annunciato di aver ritirato le proprie unità militari presenti in territorio Amhara (frutto di recenti conquiste nell’ambito di controffensive contro le milizie regionali e le loro alleate Fano), al fine di potenziare il fronte settentrionale, interessato da una poderosa offensiva da parte delle forze federali etiopiche e di quelle eritree (https://www.legit.ng/world/africa/1495599-tigray-rebels-announce-troop-deployment-northern-ethiopia/). Lo stesso giorno le forze dell’ENDF e quelle Amhara sembrerebbero aver ripreso il controllo delle cittadine di Gobiye, Kobo, Robit, Boren e Rare, nella regione del Wollo Settentrionale, mentre una nuova offensiva congiunta delle forze etiopiche ed eritree avrebbe portato il 5 ottobre alla conquista della cittadina di Adi Awala, nelle vicinanze di Shiraro.
Il 4 ottobre, invece, secondo quanto riferito dalla stampa un’incursione aerea condotta dalle forze federali avrebbe colpito un istituto scolastico nella località di Adi Daero, provocando la morte di circa 50 persone. La scuola secondo le forze tigrine avrebbe ospitato sfollati e cooperanti delle organizzazioni internazionali, mentre gli obiettivi interessati dagli attacchi aerei vengono definiti dalle forze federali come depositi di armi e centri logistici militari (https://www.reuters.com/world/africa/more-than-50-killed-northern-ethiopia-air-strike-say-aid-workers-tigray-forces-2022-10-05/).
Il 6 ottobre, poi, le forze eritree e quelle etiopiche avrebbero ripreso ad avanzare in direzione di Scirè, conquistando Adi Hageray, confermando come sia in pieno svolgimento un’operazione a tenaglia in tutto il nord del Tigrai.