Venerdì 14 ottobre si è tenuta una breve cerimonia a Mogadiscio, per commemorare il quinto anniversario dell’attentato che nel 2017 provocò oltre 600 vittime e mille feriti. Oggi il ricordo e il lutto si mescolano all’appello a mantenere l’unità e la determinazione che hanno consentito di consolidare un ambiente di sicurezza migliore nella capitale, sebbene non ancora immune da violenze (https://www.middleeastmonitor.com/20221014-somalia-marks-5th-anniversary-of-deadliest-terror-bombing-in-its-history/).
L’obiettivo è adesso soprattutto riconquistare aree perdute all’insorgenza terrorista di Al-Shabaab, sostenendo le operazioni in corso nell’Hiran. Queste risultano ora concentrate nella periferia di Bulo Burti; 20 i militanti uccisi in un fallito assalto a villaggi tenuti da Forze governative (https://www.agenzianova.com/a/634a60fd50a9e6.75360838/4098539/2022-10-12/somalia-violenti-combattimenti-tra-esercito-e-miliziani-di-al-shabaab-in-corso-nella-regione-di-hiran). In corso negoziati tra clan, per evitare nuovi scontri frontali.
Questi sviluppi e il sostegno nel contrasto al terrorismo sono stati discussi in un incontro a Mogadiscio tra il Presidente Mohamud e il suo omologo ugandese Museveni. Il contingente dell’Uganda è oggi il più numeroso in seno alla Missione ATMIS (Missione di Transizione dell’Unione Africana in Somalia). I buoni rapporti si estendono anche al sostegno a rivedere l’embargo sulle armi. Il tema ha ripreso quota sebbene l’ipotesi non abbia ancora convinto i membri del Consiglio di Sicurezza ONU, unici a poter rivedere i vincoli in merito.
Il Premier Barre si è invece recato ad Addis Abeba, per prendere parte al Forum sulla sicurezza organizzato a Bahir Dar per “Gestire le minacce alla sicurezza” e “Costruire la resilienza per l’Africa che vogliamo” (https://www.hiiraan.com/news4/2022/Oct/188242/pm_hamza_arrives_in_ethiopia_for_annual_security_forum.aspx). Si tratta di un ulteriore segnale distensivo verso l’Etiopia, non scontato.
