Secondo fonti di stampa del mondo cattolico, il 15 ottobre, al suo arrivo all’aeroporto dell’Asmara di ritorno da un viaggio in Europa, sarebbe stato arrestato il vescovo eritreo Fikremariam Hagos Tsalim (http://www.fides.org/it/news/72947-AFRICA_ERITREA_Arrestati_un_vescovo_e_due_sacerdoti_eritrei_presa_anche_la_citta_tigrina_di_Shire).
Il prelato sarebbe stato condotto nel carcere di Adi Abeto, dove da circa una settimana sarebbero agli arresti altri due sacerdoti della medesima eparchia di Segheneity, Mihretab Stefanos e Abba Abraham (https://fsspx.news/en/news-events/news/eritrea-arrest-bishop-and-two-priests-77556).
Sebbene il governo eritreo non abbia fornito alcuna indicazione nel merito dell’arresto, le motivazioni che avrebbero portato alla detenzione del vescovo e dei due prelati sarebbero da ricondursi alle ripetute denunce sulle violazioni dei diritti umani nel paese, con particolare riferimento alle politiche di mobilitazione militare e alle minacce alle famiglie dei renitenti e dei disertori (https://www.barrons.com/articles/catholic-bishop-arrested-in-eritrea-report-01666196707).
L’episodio si inserisce in una dinamica di crescenti tensioni tra una parte della comunità cattolica eritrea e le autorità locali, che, solo lo scorso agosto, aveva portato alla requisizione della Scuola Tecnico-Agricola Hagaz, gestita dalla congregazione dei Fratelli di La Salle.
Il vescovo Fikremariam Hagos Tsalim si era opposto più volte alle procedure di confisca e, più in generale, aveva espresso critiche al governo sulle questioni inerenti i diritti umani.