Continuano incessanti i combattimenti in Etiopia nella regione del Tigrai, dove l’offensiva lanciata dalle forze federali insieme a quelle eritree, alle forze speciali Amhara e le milizie Fano cerca di piegare la resistenza dell’apparato militare del partito di governo regionale di Macallè, il TPLF (https://www.garoweonline.com/en/world/africa/amid-peace-talks-fighting-reported-in-ethiopia-s-tigray-region).
Sono cadute sotto il controllo delle forze federali e dei loro alleati le arterie stradali B30 e B20, che rappresentano due dei principali snodi viari del Tigrai settentrionale, mentre è in corso una rapida avanzata verso la diramazione della B30 che da Adua si snoda verso sud in direzione di Abiy Addi, nel tentativo di isolare le forze del TDF ancora presenti nel nord ovest della regione e renderne difficoltosa la mobilità e il rifornimento.
Il 24 ottobre, con una manovra a tenaglia da nord e da sud, l’intera percorrenza della B30 è passata sotto il controllo federale, con la caduta dei principali centri abitati di Inda Aba, Enda Ras e Adi Gebru. Il controllo della B30 permette adesso la mobilità delle unità e dei rifornimenti dal confine a nord con l’Eritrea verso lo stato regionale dell’Amhara a sud. Lo stesso giorno è stata conquistata dalle forze federali e dalle milizie Fano la città di Dedebit, che rappresentava un punto nevralgico per il sostegno alle forze del TDF ancora presenti nelle regioni nord-occidentali del Tigrai.
Il 22 ottobre le forze federali sono riuscite a raggiungere la città di Adua, dove tuttavia la situazione appare ancora incerta e in continua evoluzione. Forze tigrine del TDF avrebbero contrattaccato da nord-est e nord-ovest e combattimenti sarebbero ancora in corso. Il principale obiettivo delle forze tigrine sembra in questo momento quello di impedire l’avanzata delle forze federali lungo l’innesto dell’autostrada A2 cha da Adua raggiunge Adrigat e il Tigrai nord-orientale.
Il 24 ottobre le forze federali e i loro alleati sono riusciti a spingersi a sud di Adua lungo la diramazione stradale della B30, conquistando numerose cittadine fino a lambire la città di Abiy Addi, dove combattimenti sono stati segnalati in più occasioni. L’avanzata lungo gli assi viari è fortemente sostenuta da un’intensa azione delle forze aeree etiopiche e, soprattutto, dei droni di fabbricazione turca Bayraktar TB2, che hanno consentito un vitale supporto aereo ravvicinato alle unità sul terreno (https://www.aspistrategist.org.au/turkish-drones-are-destroying-ethiopias-promise-of-peace/).
Nessuna variazione di rilievo è invece avvenuta nel corso dell’ultima settimana nel quadrante nord-orientale del Tigrai, fatta eccezione per una ripresa delle attività di artiglieria eritree contro la città di Adigrat. L’azione viene interpretata da molti come propedeutica al lancio di un’offensiva verso la città, con l’obiettivo di raggiungere l’autostrada A2.
Sostanzialmente invariata anche la situazione nel Tigrai meridionale, dove la linea del fronte resta assestata intorno alla città di Alamata, spingendosi ad est verso i confini dell’Afar e ad ovest verso quelli dell’Amahra.
Mentre sui social media si susseguono informazioni di difficile verifica circa violenze ed esecuzioni sommarie in più parti del fronte e ad opera di tutte le parti coinvolte, il governo federale etiopico ha diramato un comunicato in cui condanna il proliferare di informazioni false e accuse ingiustificate, annunciando la revisione dei propri rapporti con alcuni stati e organizzazioni (https://www.aa.com.tr/en/africa/ethiopia-condemns-atrocities-allegations-against-its-govt/2723586).
Sono infine ancora in corso in Sud Africa i colloqui promossi dall’Unione Africana tra il governo federale dell’Etiopia e quello regionale del Tigrai, sebbene scarsi sembrino essere i reali progressi in direzione di un cessate il fuoco. L’inviato speciale per il Corno d’Africa dell’Unione Africana, l’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, insieme all’ex presidente del Kenya Uhuru Kenyatta e all’ex vice-presidente del Sud Africa Phumzile Mlambo-Ngcuka sono i promotori di questo tentativo di dialogo tra le parti, reso tuttavia difficile dal perdurare degli scontri sul terreno (https://www.theeastafrican.co.ke/tea/rest-of-africa/ethiopia-peace-talks-what-you-need-to-know-4000722).