Nuove manifestazioni organizzate dalle opposizioni politiche in Sudan, a Khartoum, nella giornata del 27 ottobre, dove la polizia ha cercato di disperdere la folla impiegando i gas lacrimogeni e impedendo l’accesso alle aree antistanti i palazzi del governo (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/10/27/sudan-lacrimogeni-contro-migliaia-di-manifestanti-anti-golpe_8248a246-dd11-4232-8cd0-d5166f4d6539.html).
Le manifestazioni continuano nel solco della richiesta da parte delle principali organizzazioni della protesta di impedire alle forze armate di manipolare il processo di transizione verso la nomina di un governo a guida civile, che, in molti, ritengono possa essere fortemente penalizzato dalla recente costituzione di un comitato per la sicurezza nazionale sotto l’egida delle forze armate.
Il 27 ottobre, invece, alcune migliaia di islamisti hanno organizzato una protesta nella capitale per chiedere l’allontanamento da Khartoum del rappresentante speciale delle Nazioni Unite, Volker Perthes, e per manifestare il proprio appoggio alle forze armate. Scandendo slogan inneggianti al “ripristino della dignità”, numerosi esponenti del disciolto Partito Nazionale del Congresso (NCP) hanno partecipato alle manifestazioni criticando il ruolo delle Nazioni Unite e proponendosi come alleati delle forze armate nel travagliato processo di gestione della crisi politica (https://sudantribune.com/article266041/).
Molte delle formazioni islamiste compromesse con il deposto regime di Omar al-Bashir sono state riabilitate nel corso delle ultime settimane per iniziativa del presidente del Consiglio Sovrano di Transizione, generale al-Burhan, come misura per arginare il ruolo del vice presidente, generale Dagalo.
Secondo quanto affermato da Mohamed El Mahdi Hasan, esponente del Partito Nazionale della UMMA (NUP), il vero oggetto del contendere nell’odierno dibattito politico tra esponenti dell’apparato militare e forze di opposizione, ruoterebbe intorno alla richiesta di specifiche garanzie da parte dei vertici delle forze armate per una garanzia di immunità dalle accuse di abusi e violenze dopo il colpo di stato del 2019 e del 2021 (https://www.dabangasudan.org/en/all-news/article/immunity-from-prosecution-point-of-contention-in-sudan-s-ffc-military-agreement-dialogue).